L’UTILITÀ DELL’INUTILE - Nuccio Ordine

Bompiani

Milano, 2013, pagine 262

 

Questo libro contiene una preziosa raccolta nella quale sono riuniti vari autori ed alcuni estratti di opere letterarie che trattano della contrapposizione fra due atteggiamenti umani: quello utilitaristico di chi si occupa solamente di ciò che procura un profitto e l’atteggiamento dei “filosofi” – atteggiamento, quest’ultimo, che viceversa attribuisce molta importanza ai saperi inutili e a quelle attività umane improduttive e gratuite che possono nutrire lo spirito e avvicinare gli animi all’arte e al bello. Una dicotomia che attraversa il pensiero di autori molto distanti fra loro nel tempo - dal filosofo greco al letterato contemporaneo (consolidando fra l’altro il sospetto che si tratti di archetipi esistenti dall’alba dei tempi) – i quali sottolineano quanto sia fondamentale l’attività umana libera dai vincoli del profitto, poiché, come dice efficacemente Gautier, “Se i fiori venissero eliminati, il mondo non ne soffrirebbe materialmente; chi vorrebbe tuttavia che non ci fossero più fiori?”. Il modello utilitarista, che sembra essere il modello vincente in tempo di crisi, sta compromettendo la libertà dell’istruzione, pregiudicando la crescita di uomini liberi e coscienti, promuovendo la preparazione di uomini-macchina utili per la produzione e servi dei pochi; una sconfitta, insomma, della democrazia moderna - poiché il sapere non scomparirà dalla terra, ma tornerà ad essere privilegio esclusivo delle classi che se lo possono permettere.

Nella terza parte del libro la semplificazione riduttiva di elementi molto complessi della realtà, come l’amore e la verità, attraverso questi due soli modelli di condotta, purtroppo viene esasperata con esiti che sfiorano la banalità.

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