Arnoldo Mondadori Editore
Milano, 1992, pagine 436
Una serie di racconti, ricordi, resoconti di piccoli viaggi che lasciano intravedere in Hesse una vera indole da buon fannullone: di colui che gode della contemplazione fine a se stessa, viaggiando (anche in senso lato) per il piacere della scoperta; per il quale non è importante la rilevanza della meta da raggiungere o la fedeltà ad un percorso prestabilito. Il piacere di perder tempo per riempirsi le tasche di quella ricchezza che il denaro non può comperare.
“Al cosiddetto – bel tempo – non attribuisco la minima importanza , poiché qualsiasi condizione atmosferica è bella, se si aprono occhi e anima; e poi fa parte delle mie piccole gioie preferite del girovagare dover essere costretto dal tempo in cantucci e presso esseri umani che altrimenti non avrei mai visitato né visto.”
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